- Che cos’è la FIP nel gatto e come si trasmette?
- Qual’è il decorso e i sintomi della peritonite infettiva felina?
- Come faccio a riconoscere che il mio gatto sta sviluppando la FIP?
- Qual’è il periodo di incubazione?
- Esiste una cura per la peritonite infettiva felina?
- Come si effettua diagnosi di FIP nel gatto?
- Esiste una cura?
- Quali sono le aspettative di vita e la sopravvivenza di un gatto con la FIP?
- E’ consigliata l’eutanasia?
La fip nel gatto o peritonite infettiva felina è una patologia molto grave che si manifesta con la comparsa di versamento addominale o toracico, vasculiti, linfoadenopatia, o comparsa di granulomi in diversi organi. Ovviamente non si manifesta la stessa sintomatologia in tutti i soggetti affetti: alcuni sviluppano una forma detta umida, molto più frequente e caratterizzata soprattutto dalla comparsa di versamenti, alcuni sviluppano la forma secca che si caratterizza invece per la comparsa di piogranulomi in diversi organi o diarrea e linfoadenopatie. Quando parliamo di FIP nel gatto o di peritonite infettiva felina, ci riferiamo quindi alla comparsa di una sintomatologia molto grave caratterizzata da quanto appena detto sopra.
Ma qual’è l’agente responsabile della comparsa di FIP nel gatto? Il responsabile è il Coronavirus enterico felino, un virus estremamente diffuso soprattutto tra le colonie ad elevata densità di soggetti. La maggior parte dei gatti semplicemente si infetta, ospita il coronavirus per un mese o due, sviluppa una risposta di immunizzazione, elimina il virus e vive felicemente nel seguito.
FIP GATTO | COME SI TRASMETTE?
Il virus viene trasmesso per via oro-fecale, ovvero per contatto di un gatto sano con le feci di un gatto portatore del virus. La condivisione delle lettiere è quindi un fattore molto importante per il contagio della FIP nel gatto.
Inoltre spesso le particelle del virus possono essere trasportate tramite scarpe, abiti e mani di persone etc. All’inizio dell’infezione inoltre il virus viene trasmesso con la saliva. Quindi anche la condivisione di ciotole assume un ruolo importante.
Il coronavirus felino non attraversa la placenta, quindi il contagio tra mamma e gattini si verifica quando la protezione degli anticorpi materni inizia a calare, quindi intorno alle 5-7 settimane.
Una volta preso il coronavirus felino, resta in forma latente e può non manifestarsi per tutta la durata di vita di un animale. Spesso ci si può accorgere della presenza del coronavirus nelle cucciolate di gattini quando iniziano a manifestare i seguenti sintomi:
– dimensioni non omogenee, ovvero alcuni restano più piccoli degli altri.
– Diarrea nei gattini di 5-7 settimane di vita
– Starnuti o lacrimazione dagli occhi
Purtroppo questi sono tutti sintomi simili ad altre patologie. Se siamo in un allevamento e si manifestano questi sintomi però è giusto testare i gattini anche per il coronavirus.
Una volta acquisito il coronavirus felino, quello che determina la comparsa della malattia grave ovvero della FIP è una mutazione genetica. Improvvisamente il virus acquista la capacità di infettare altri organi e di scatenarla all’interno dell’organismo. Sono spesso eventi stressanti a scatenare la mutazione, quali interventi chirurgici, trasferimenti in pensione, spostamenti ecc… Inoltre sembra essere più comune il manifestarsi della FIP nei gatti di età inferiore ad un anno.
Il coronavirus felino è purtroppo presente ovunque: secondo alcune statistiche circa il 30% dei gatti domestici è portatore del coronavirus, mentre tra i gatti randagi è stimato fino al 90%.
FIP GATTO | DECORSO E SINTOMI
Il decorso della fip nel gatto è come abbiamo detto abbastanza rapido. Generalmente inizia con:
- inappetenza e crescente deperimento
- stati febbrili
- diarrea e vomito.
Quindi tutti sintomi simili ad altre patologie come la Fiv o la Felv a forma classica umida della Fip prevede poi l’evoluzione della malattia con comparsa di versamento addominale o pleurico (liquido in addome o a livello polmonare) generalmente in pochissimo tempo (forma acuta). A causa del fatto che i vasi sanguigni sono severamente danneggiati, il liquido inizia ad accumularsi e il gatto può manifestare un addome detto ‘’a botte’’ ovvero molto gonfio e pesante, visibile esternamente come nell’immagine a lato. Se si accumula in torace invece il sintomo che si manifesta è la difficoltà respiratoria perchè questo liquido occupa spazio e comprime i polmoni impedendo al gatto di respirare normalmente. Inoltre nella maggior parte dei casi è presente anche febbre non responsiva agli antibiotici. Nella forma alternativa di Fip invece, (la forma secca) possono comparire piogranulomi sparsi a livello di diversi organi (intestino, peritoneo, reni, occhio…).
Molti gatti con FIP secca presentano segni nei loro occhi, di solito l’iride (la parte colorata dell’occhio intorno alla pupilla) cambia colore, e alcune parti di essa possono apparire brunite.
In alcuni casi il gatto può avere l’occhio sanguinolento, o dei precipitati bianchi possono apparire sulla cornea.
In rari casi (10%) possono comparire sintomi neurologici, caratterizzati da incoordinamento, convulsioni, alterazioni del comportamento o nistagmo.
Come faccio a riconoscere che il mio gatto sta sviluppando la Fip?
Gli elementi più caratteristici da tener presenti nel caso in cui si possegga un gatto Coronavirus positivo sono i seguenti:
– gatto giovane (5 mesi-2 anni) e molto spesso di razza
– Può iniziare a manifestare inappetenza, apatia, perdita di peso negli ultimi 10-15 giorni, e febbre cronica, intermittente e resistente agli antibiotici (da lieve a moderata, 39,2-39,6°C).
– abbondante distensione addominale, con addome “a botte” se è presente versamento;
– respiro affannoso, a bocca aperta se c’è versamento in torace
– lesioni ocularii;
– segni di alterazione del sistema nervoso centrale, che riflettono la presenza di una meningoencefalomielite; il gatto barcolla, inciampa, gira in cerchio e può incrociare le zampe posteriori e/o anteriori.
FIP GATTO | INCUBAZIONE
Come abbiamo detto sopra la fip nel gatto presenta un periodo di incubazione variabile. Alcuni soggetti contraggono il virus (Coronavirus) ma non manifestano mai la malattia, altri invece la manifestano in caso di eventi stressanti o periodi di ummunodepressione. Quindi non esiste un periodo preciso di incubazione della fip nel gatto.
DIAGNOSI DI FIP NEL GATTO
Fare diagnosi di Fip nel gatto non è semplice perchè non esistono test in grado di confermare tale malattia al 100%.
L’unico modo per confermare la Fip è tramite biopsia delle lesioni ed indagine istologica, cosa che può essere effettuata o in sede chirurgica se l’animale è in grado di affrontare un’ anestesia, o post-mortem tramite esame necroscopico.
Gli esami da svolgere quando il sospetto di Fip è marcato sono soprattutto esami di Laboratorio che comprendono: emocromo, elettroforesi e dosaggio della alfa-1- glicoproteina acida (AGP). Utilizzando questo pannello possono essere infatti rilevate le alterazioni cliniche specifiche per FIP.
In ordine di importanza abbiamo:
– aumento della concentrazione sierica di AGP
– linfopenia
-iperprotidemia
-ipoalbuminemia
– iperglobulinemia con aumento delle frazioni alfa-2 e gamma (elettroforesi)
-anemia normocitica-normocromica non rigenerativa e leucocitosi neutrofila.
Inoltre anche l’esame del versamento addominale o toracico può concorrere ad avvalorare la diagnosi di Fip, dato che si tratta di un liquido molto caratteristico di colore giallastro, viscoso e filante, contenente fiocchi di fibrina, batteriologicamente sterile, con un elevato peso specifico (>1,015) ed un’alta concentrazione di proteine (<3,5 g/dl) o gamma-globuline (>32%).La citologia del versamento evidenzia nella maggior parte dei casi neutrofili non degenerati, linfociti, macrofagi e cellule mesoteliali, ed un caratteristico fondo basofilo granulare proteinaceo.
Un’altro test utilizzato per aumentare la probabilità di diagnosticare la Fip nel gatto è la sierologia per ricercare gli anticorpi diretti contro il virus. Il problema è che il titolo anticorpale è molto variabile ed inoltre non permette di differenziare gli anticorpi diretti contro il Coronavirus (innocuo) e la Fip. Tuttavia tramite questo test detto Immunofluorescenza, vengono comunque considerati indicativi di FIP titoli anticorpali molto elevati (superiori a 1:1.500), ma va anche tenuto presente che in fasi terminali della malattia, gli anticorpi circolanti possono legarsi ai virus e formare immunocomplessi, dando dei falsi negativi.
FIP GATTO | CURA 
Purtroppo non esiste al momento una cura certa contro la Fip del gatto. La cura di un gatto Fip positivo prevede l’utilizzo di terapia con cortisone, antibiotico, vitamine antiossidanti ed interferone. L’interferone è l’unico antivirale che presenta un minimo di efficacia nella cura dei gatti con Fip, ma anche questa teoria è stata da molti abbandonata perchè anche con il suo utilizzo i gatti affetti giungono inevitabilmente alla morte.
FIP GATTO | ASPETTATIVE DI VITA
Le aspettative di vita di un gatto con la Fip sono purtroppo brevi. Si tratta di un virus che porta inesorabilmente alla morte. Ovviamente tutto dipende dalla gravità dei sintomi con cui si manifesta, ma in ogni caso il gatto con peritonite infettiva tende al peggioramento e alla morte entro pochi giorni o settimane dall’inizio di comparsa dei sintomi. Il tempo medio stimato è di 9-10 giorni dall’inizio della comparsa dei sintomi.
FIP GATTO | SOPRAVVIVENZA
Purtroppo se il sospetto di Fip è forte e se sono state effettuate alcune o tutte le analisi precedenti a confermare la diagnosi non resta molto da vivere al nostro amico a 4 zampe.
La decisione di effettuare l’eutanasia ovviamente dipende dalla condizione del gatto ma è altamente consiglita.
FIP GATTO | CONTAGIO UOMO
Trattandosi di una forma virale è specie-specifica quindi non è previsto il contagio ne dell’uomo ne di qualsiasi altra specie animale.
FIP GATTO | VACCINO
Il vaccino per coronavirus ad oggi è sconsigliato a causa del fatto che non sono stati riscontrati effetti di protezione effettiva dal virus. Si tratta di un vaccino costoso che va effettuato a gatti mai venuti prima in contatto con il virus, di un anno di età circa e negativi al Test per Coronavirus. Nelle cliniche o ambulatori d’Italia non è presente proprio perchè sconsigliato, ma può essere importato dall’estero.
L’inutilità del vaccino sta nel fatto che il Coronavirus è un virus estremamente instabile, in continua mutazione e cambiamento. Per questo è difficile formulare un vaccino per un virus così imprevedibile. Io posso anche formulare un vaccino con anticorpi nei confronti del virus ma se il mio gatto entra in contatto con un Coronavirus mutato rispetto a quello che avevo stabilito, la carica di anticorpi inoculati sarebbe praticamente inutile. Stessa cosa se creo un vaccino con la presenza del virus stesso ma in forma attenuata per stimolare una risposta anticorpale nel gatto. Si stimolerò una risposta nei confronti di quel virus, ma se il mio gatto entrerà in contatto con un’altra delle migliaia di forme di Coronavirus, quel vaccino sarà stato inutile. Per questo a mio avviso si tratta di un tentativo vaccinale inutile.
GATTO FIP | EUTANASIA
Il consiglio se si possiede un gatto con sospetta diagnosi di Fip è quello di valutare la gravità dei sintomi. Per le forme umide acute se la sofferenza dell’animale è molta si consiglia l’eutanasia. Per le forme secche croniche si può tentare una remissione dei sintomi tramite la terapia.