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parvovirosi canina 

  • Cos’è la parvovirosi canina? 
  • Qual’è il decorso di tale malattia e quanto dura? 
  • Quanti soggetti sopravvivono alla parvovirosi canina e quali sono i tassi di mortalità? 
  • Quali sono le cure migliori ad oggi disponibili? 
  • Come possiamo prevenire tale patologia? 
  • Anche il gatto può contrarre la parvovirosi? 

 

COS’E’ LA PARVOVIROSI CANINA?

parvovirosi canina La parvovirosi canina è causata dal parvovirus di tipo 2 (CPV-2). Si tratta di una patologia estremamente contagiosa e con un elevato tasso di mortalità nei soggetti affetti. Le vittime della parvovirosi canina sono soprattutto i cuccioli dai primi mesi fino al primo anno di età, in quanto il sistema immunitario non è ancora del tutto maturo. Nei cuccioli di 2 mesi può manifestarsi in forme iperacute davvero molto aggressive con morte entro 24h. E’ per questo motivo che soprattutto nei primi mesi di vita del cane dobbiamo prestare particolare attenzione al contatto con altri soggetti e assolutamente evitare luoghi pubblici, almeno fino al termine del protocollo vaccinale. Esistono varie varianti del virus, che abbiamo ritrovato anche nel furetto e nel visone. La trasmissione si verifica per via oro-fecale (quindi tra cavità orale e feci). parvovirosi canina Il virus della parvovirosi canina è costituito da una particella molto piccola che è estremamente resistente nell’ambiente tanto che nelle feci e su pavimenti, contenitori di cibo, indumenti, può resistere per più di 5 mesi. Una volta entrato nell’ospite inizia a replicarsi soprattutto a livello di quelle cellule dell’organismo che si replicano molto velocemente, e quindi:

 

parvovirosi canina

  • midollo osseo
  • epitelio intestinale
  • miocardio nei cuccioli

PARVOVIROSI | DECORSO

Ecco spiegato brevemente il decorso della parvovirosi canina: parvovirosi canina il virus entra attraverso la bocca e si replica inizialmente a livello di tonsille e linfonodi regionali, poi entra nel circolo ematico e arriva all’intestino. Qui prende di mira gli enterociti ( cellule che rivestono l’intestino) portando alla loro distruzione con conseguente diarrea emorragica.parvovirosi canina A livello di midollo osseo il target sono i leucociti (globuli bianchi) che si riducono notevolmente con linfopenia e neutropenia. Una volta che il cane guarisce dalla patologia sviluppa degli anticorpi che gli permettono di restare immune a vita e di non reinfettarsi mai più con il virus. Il decorso della parvorirosi  cambia a seconda della gravità dei sintomi, nel senso che in alcuni soggetti si può manifestare in forma iperacuta con morte entro le 24 h, in altri in forma acuta con decorso di una settimana nei casi migliori o morte entro i primi 3 giorni.

PARVOVIROSI CANINA | QUANTO DURA ?

parvovirosi canina

parvovirosi

La durata della parvovirosi canina è legata come detto sopra alla gravità dei sintomi e all’età dell’animale. Soggetti molto piccoli hanno meno capacità di fronteggiare il virus e sviluppano sintomi molto più gravi. Ecco di seguito quanto dura in media il decorso della parvovirosi canina:

  • Periodo di incubazione 4-10 gg
  • primi 3-4 giorni di comparsa dei sintomi con abbattimento, inappetenza e qualche episodio di vomito
  • dal 5°giorno circa comparsa di diarrea liquida ed emorragica, grigio-giallastra, fetida, con brandelli di mucosa e notevole disidratazione. In questa fase si verifica anche ipertermia e leucopenia.

Se l’animale riesce a superare la fase più grave della patologia, la ripresa è prevista nell’arco di una settimana.

PARVOVIROSI CANINA | SOPRAVVIVENZA

La sopravvivenza dei soggetti affetti da parvovirosi non è molta, ma dipende dall’età di comparsa dei sintomi e da quanto tempestivamente si interviene. Nei cuccioli di 1 o 2 mesi la percentuale di sopravvivenza alla parvovirosi canina è bassissima o quasi del tutto nulla. Nei soggetti di 3-4 mesi si alza un pochino, e nei soggetti di 6 mesi si alza ancora di più arrivando ad un 70%.

PARVOVIROSI | MORTALITA’

avvelenamento da cioccolato nel cane I casi di decesso per la parvovirosi canina sono molti fino a toccare quasi il 50% dei soggetti affetti. Questo dipende dalla tempestività con la quale si interviene, dall’età e dallo stato immunitario dell’ospite. Il ricovero è essenziale per impostare un trattamento aggressivo. I soggetti che vengono gestiti in casa tramite terapie per bocca e sottocutanee hanno il 25% di possibilità in più di andare incontro a morte.

PARVOVIRUS CANINO | CURAparvovirosi canina

La cura per il parvovirus canino non è diretta contro il virus stesso ma è volta al controllo delle conseguenze che questo provoca nell’organismo e quindi a mantenere un volume circolante adeguato ed al controllo delle infezioni batteriche secondarie, soprattutto di germi anaerobi (GRam -). Per questo la terapia antibiotica è essenziale per il superamento della patologia. Per contrastare la diarrea e la disidratazione di effettua una fluidoterapia spinta e alle volte se i cuccioli si presentano particolarmente anemici e con proteine totali basse si utilizza una trasfusione di sangue o di plasma. Questi animali perdono totalmente l’appetito in preda a fenomeni di vomito continui, per questo possono trascorrere alcuni giorni a completo digiuno. parvovirosi canina Forzarli a mangiare alle volte può peggiorare la situazione a causa di fenomeni di vomito ancora più frequenti ed ulteriore disidratazione. L’alimentazione deve essere introdotta gradualmente solo quando la nausea inizia a cessare ed in quantità piccolissime da somministrare frequentemente nell’arco della giornata. parvovirosi canina La somministrazione di antibiotici endovena è una parte fondamentale della terapia, tramite utilizzo di metronidazolo e cefalosporine o beta lattamici. In più vengono utilizzati antiemetici associati a gastro-protettore per ridurre la nausea ed integratori vitaminici da utilizzare endovena insieme alle flebo. Nei casi in cui si ritenga necessario si può utilizzare una terapia con interferone che agisce bloccando in parte la replicazione del virus e potenziando le difese immunitarie dell’ospite. https://youtu.be/R7Qo2Q3P-1A

PARVOVIROSI | VACCINOparvovirosi canina

La cosa più importante per prevenire la comparsa di tale malattia è la vaccinazione dei cuccioli e dei gattini. Più animali vacciniamo e più aumenta l’immunità di popolazione e la resistenza di tutti nei confronti del virus. Gli anticorpi materni possono restare in circolo nel cucciolo per un paio di mesi circa e riescono a bloccare sia il virus reale che il vaccino se inoculato in questo periodo di vita precoce. Però è vero anche che non sappiamo quanti anticorpi la madre abbia passato al piccolo. Se gliene ha passati pochi il cucciolo sarà scoperto prima dei due mesi, se gliene ha passati molti invece il cucciolo sarà coperto per più di due mesi. Il classico schema vaccinale prevede generelmante questa procedura:

  • Un primo vaccino trivalente a 8 settimane di età
  • Un secondo richiamo a 12 settimane di età
  • Un terzo vaccino a distanza di un anno

In questo modo però, sono proprio quei cuccioli che hanno ricevuto dalla madre una quantità maggiore di anticorpi ad essere più scoperti, proprio perchè gli anticorpi interagiscono con il vaccino a 8 settimane di età, autodistruggendosi ed inattivando al tempo stesso il vaccino. Secondo alcuni studi tra tutti i cuccioli vaccinati, solo il 62% reagisce bene alla vaccinazione a 8 settimane, e il 92% a quella a 12 settimane di età. Questo significa che 1 su 10 non risponde correttamente ai vaccini a causa di un corredo anticorpale materno troppo consistente. Per questo motivo uno schema vaccinale corretto, come precisato anche nelle linee guida vaccinali WSAVA, sarebbe il seguente:

  • un vaccino a 8 settimane (2 mesi)
  • un secondo vaccino a 12 settimane (3 mesi)
  • un terzo vaccino a 16 settimane o oltre (4 mesi)
  • un’altro vaccino ad un anno di età (12 mesi)

In questo modo siamo più sicuri di aver dato una copertura completa al cane. La stessa cosa vale per i gattini. Due sole vaccinazioni a 2 e 3 mesi non sono sufficienti a proteggere l’animale.

PARVOVIROSI | GATTO

parvovirosi canina Nel gatto il parvovirus viene chiamato anche virus della panleucopenia felina. Tutti sappiamo che i virus sono specie-specifici e quindi che non possono infettare altre specie (ad esempio da gatto a uomo o da cane a gatto), ma il virus della panleucopenia felina in vitro replica anche su cellule di origine canina. Inoltre dato che in origine aveva infettato delle specie selvatiche e poi si è diffuso al cane e successivamente al gatto, sarebbe meglio non tenere in contatto le due specie, proprio a causa di una possibilità di contagio. Nel gatto la sintomatologia è identica a quella canina, con un periodo di incubazione di 5-10 giorni e comparsa di vomito e diarrea. Se il virus viene contratto dalla madre durante la gravidanza, nei gattini è possibile la comparsa di alterazioni del sistema nervoso con atassia e incoordinamento.

PARVOVIROSI CANINA | CONTAGIO UOMO

Il contagio da cane a uomo non si è mai verificato e non può verificarsi in nessun modo.

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